Matteo Lancini sugli adolescenti

Matteo Lancini sugli adolescenti
ne abbiamo parlato a Verona durante l'incontro "Adulti e Adolescenti, come stare in relazione"

Bisogna “stare non fare” ed essere adulti nel vero senso della parola, ascoltanti, non giudicanti, ma capaci di assumersi le proprie responsabilità e ad accettare il proprio adolescente così com’è, indirizzandolo se necessario e aiutandolo ad orientarsi.

E’ questa la sintesi dell’incontro “Adulti e adolescenti: come stare in relazione?” con protagonista lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini, docente presso l’Università Milano-Bicocca e l’Università Cattolica di Milano, tra i più autorevoli esperti italiani sul tema dell’adolescenza, che si è svolto presso l’Università di Verona – Polo Zanotto (Aula T1, Viale Università 4, Verona), nell’ambito del progetto “Orientati N6/11, interventi per lo sviluppo di servizi di orientamento ed educazione alla scelta”, realizzato da ENGIM Veneto con il sostegno della Regione Veneto all'interno del programma regionale FSE+ 2021-2027 - DGR 685/2023.

Un’occasione nata in particolare sia per orientare i giovani nelle scelte scolastiche e nella vita ma anche e soprattutto per dare una direzione agli adulti e addetti ai lavori, genitori, docenti, formatori, in difficoltà nel destreggiarsi in un mondo così veloce e difficile per gli adolescenti, spaesante, senza certezze ma molto violento. E dove gli adulti anziché essere un modello per i giovani sono contradditori, sono quelli che tolgono il cellulare e internet ai ragazzi per poi passare ore sui social, magari postando foto dei loro figli.

Con questo eventoqueste le parole di Valter Giacomini del Comitato direttivo ENGIM - abbiamo voluto offrire alla collettività un’occasione concreta per fermarsi ad ascoltare, riflettere e ripartire. Lavorare con gli adolescenti significa prima di tutto essere adulti capaci di stare nella relazione, anche quando è difficile. Questo è il cuore del progetto Orientattivamente e dell’impegno quotidiano di ENGIM Veneto sul territorio.”

Non sono mancati riferimenti alla cronaca di questi ultimi giorni che vedono “i giovani uscire di casa con il coltello per la paura che hanno dentro e non sanno gestire. queste le parole di Matteo Lancini durante l’incontro – paure che però gli adulti non permettono loro di esprimere, per l’incapacità di rispondere a queste emozioni”

Un’angoscia da imputarsi secondo Lancini ad un dolore lancinante, ad uno spaesamento, ad un popolo di ragazzi soli che non hanno ricevuto ascolto e non hanno di fronte adulti con la A maiuscola, ma solo adulti che sono capaci di negare loro l’uso dei social quando loro sono i primi a stra utilizzarli, a imporre regole senza trovare altre strategie. Adulti incapaci di stare in relazione in estrema sintesi

Siamo gli adulti della relazione amichevole tra genitori e figli, però  chiediamo ai figli di essere loro stessi ma a modo nostro- è diretto Matteo Lancini di fronte ad una platea composta da giovani ma soprattutto educatori, formatori e genitori - Non sappiamo cioè stare in relazione, accettare l’altro, che sia nostro figlio o un’altra persona, siamo nell’epoca dell’egoismo estremo, dell’autonomia esasperata che non permette di essere coppia perché la coppia limita il nostro essere e i nostri progetti. I ragazzi di oggi invece chiedono solo questo, di essere ascoltati e capiti, di essere interrogati su quello che sono e su come stanno, di stare con loro nel loro dolore se necessario. Dobbiamo cioè non fare ma stare, in relazione. Comprendere che tutti, giovani e adulti, vivono in un mondo complesso, dove dobbiamo fare i conti con le nostre fragilità.

Non sono certo i videogiochi a creare giovani criminali anche se sono videogiochi violenti, ma è il silenzio assordante e l’incapacità degli adulti di stare al fianco dei ragazzi a creare quel vuoto che un giovane va a colmare in altro modo, chi isolandosi socialmente, chi con disturbi alimentari, chi tagliandosi, chi commettendo reati per farsi notare, per uscire dall’anonimato, per essere qualcuno. Siamo chiamati a creare o a ricreare una comunità educante, a partire dalla famiglia, fino alla scuola, al patronato, alla politica. Bisogna andare oltre la mera valutazione e valutare altro dei ragazzi, fare le domande giuste usando anche l’Ia e non negando questi strumenti nelle scuole per esempio, dobbiamo andare a prendere i ragazzi, ci sono molti presidi che lo fanno o imprese che costruiscono scuole”.

Ecco come ha interpretato le parole di Lancini la nostra "facilitatrice visuale" Elena Brugnerotto nel suo lavoro qui sotto:

 

Un evento dedicato a famiglie, ragazzi, educatori ed istituzioni per comprendere meglio la relazione giovani adulti soprattutto nel delicato momento della scelta scolastica e professionale.

Un evento dedicato a famiglie, ragazzi, educatori ed istituzioni per comprendere meglio la relazione giovani adulti soprattutto nel delicato momento della scelta scolastica e professionale.

Sono intervenuti

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VALTER GIACOMINI - ENGIM Veneto

Saluti delle istituzioni                   

FABIO MENIN - Direttore Programmazione gestione formazione professionale e istruzione  Area Politiche Economiche, Capitale Umano e Programmazione Comunitaria, Regione del Veneto

ELISA LA PAGLIA - Assessora politiche educative e scolastiche Comune di Verona

LUCA ZAMPERINI  Assessore alla pubblica istruzione, politiche economiche del lavoro e scuola del Comune di Villafranca di Verona             

Relatori:

MATTEO LANCINI            Psicologo e psicoterapeuta, docente all'Università Milano Bicocca e Univerità Cattolica di Milano
MICAELA FAGGIANI        Giornalista e social media editor che modera l’incontro
GIULIA CAILOTTO            Formatrice, attrice che interpreta il tema 
ELENA BRUGNEROTTO  Facilitatrice visuale

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