Il quadro elettrico, comunemente chiamato anche centralino, può essere definito il cuore pulsante di un impianto elettrico.
Innanzitutto è necessario distinguere i diversi tipi: quadri elettrici civili, quadri elettrici esterni, quadri elettrici industriali e quadri elettrici da cantiere.
Lo schema elettrico assume un ruolo fondamentale. Se sviluppato nel modo corretto, potrà evitare in futuro alcuni problemi. Se, per esempio, si vorrà installare in un secondo momento un impianto di climatizzazione o di video sorveglianza, conoscendo lo schema elettrico risulterà molto più semplice intervenire. Così come se dovesse subentrare un guasto. Ripararlo, con lo schema elettrico alla mano, sarà molto più facile.
La norma CEI 64-8 è il riferimento legislativo in materia. Secondo l’articolo 21 di questa norma, un impianto elettrico contiene circuiti di alimentazione degli apparecchi utilizzatori, circuiti di alimentazione delle prese a spina, apparecchiature di protezione. Affinché un impianto possa essere considerato a norma, deve rispondere a due esigenze.
1) La prima riguarda la flessibilità temporale, vale a dire la possibilità di adattarsi alle sempre più nuove esigenze abitative ed organizzative.
2) La seconda ha a che fare con la sicurezza ambientale, intesa come protezione di persone ed oggetti che saranno all’interno dell’appartamento.
Per ottenere questa sicurezza, i materiali utilizzati devono essere conformi alle norme CEI. Devono essere contrassegnati dal marchio IMQ. Le caratteristiche di questi materiali sono da ricercare nell’ambiente in cui verranno installati. Devono resistere senza problemi termici e meccanici a cui potrebbero venire sottoposti. La CEI-84 prevede che il valore minimo della potenza di impiego (fornita dall’azienda elettrica) deve essere di 3KW per un massimo di 75 m², superati i quali la potenza dovrà essere di 6 KW.
Un quadro elettrico è pieno di componenti tutti fondamentali per il corretto funzionamento dell’intero circuito e la sua dotazione cambia a seconda di quanto è grande l’appartamento che andrà a servire.
Fondamentale il montaggio di un interruttore differenziale puro, detto comunemente salvavita, al quale andranno collegati i cavi di fase e neutro. Con il salvavita saranno quindi alimentati gli interruttori magnetotermici, che provvederanno a spegnere l’impianto in caso di guasti o sovraccarichi di corrente. Di solito ne vengono utilizzati tre. Il primo per l’impianto della luce, collegato a lampadari e lampade da muro, il secondo per le prese a 10A e il terzo per le prese a 16A. E’ possibile aggiungere numerosi interruttori automatici, come ad esempio quello per il piano cottura, la caldaia, i climatizzatori, l’antifurto.
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